QUANTO E’ IMPORTANTE LA PREVIDENZA INTEGRATIVA? Rubrica Tempo & Denaro di Piera De Martino

QUANTO E’ IMPORTANTE LA PREVIDENZA INTEGRATIVA? Rubrica Tempo & Denaro di Piera De Martino

QUANTO E’ IMPORTANTE LA PREVIDENZA INTEGRATIVA? Rubrica Tempo & Denaro di Piera De Martino

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In Italia il sistema pensionistico pubblico continua a creare serie preoccupazioni per quelle che saranno le nostre pensioni future, nonostante ciò l’adesione alla previdenza complementare stenta a decollare.

I vari Governi che si susseguono tentano, in un continuo legiferare, di apportare modifiche ad una Legge Fornero che ha creato non pochi problemi a chi si appresta ad uscire dal mondo del lavoro e troppo spesso ha difficoltà a entrare in quello dei pensionati!

Per questo vi voglio proporre un articolo scritto tempo fa per Advisor Professional, anche alla luce della prossima scadenza del 31 marzo per la richiesta dell’Ape social, precisando che i requisiti anagrafici oggi sono per Opzione donna 57 anni, mentre per l’Ape social gli anni di contributi richiesti sono 30 (36 anni per i lavori gravosi).

Buona lettura!

La Pension non è sevita!

Quarto ombrellone, terza fila, lettino sette! E’ agosto, il lido è affollato, cosa potevo aspettarmi…

Faccio un bel respiro e cerco di guadagnare la mia postazione, assordata dal vocìo dei bambini che con ciambelle e palloni ridono e si rincorrono, completamente indifferenti al sole che batte e rende tutto incandescente.

Arrivata al mio lettino, sbircio per capire chi sia il mio vicino; nel frattempo, discretamente, stendo il telo.

No, non ci posso credere!!!

E’ proprio lei! Claudia, la mia cara vecchia amica, un pò cambiata…così come lo sono io d’altronde dopo tanti anni.  Lei, insegnante di scuola primaria, due figli, sposata con un noto tour operator della zona; solitamente d’estate è sempre in vacanza nei luoghi più esclusivi, spesso in montagna. Dunque, cosa la porta qui, in questo afoso giorno di agosto, su una spiaggia affollata, in solitaria, immobile, con gli occhi chiusi e assorta quasi abbandonata al suo lettino?

Mentre queste domande affollano la mia mente,  Claudia apre i suoi occhioni verdi, quelli non sono cambiati, sono sempre bellissimi, mi guarda e urla il mio nome!

Superato lo stupore del momento, abbiamo fatto un po’ di conti…

Sono passati più o meno dieci anni dall’ultima volta che ci siamo viste e di cose ne sono successe.

Claudia mi racconta di come sia cambiata la sua vita negli ultimi anni.

Due anni fa sua mamma si era ammalata, nello stesso periodo sua figlia aspettava il secondo figlio e lei sentiva il peso del doversi dividere tra lavoro e famiglia per cui alla fine ha scelto di lasciare il lavoro.

Ha scelto Opzione Donna. Aveva tutti i requisiti: 57 anni e 7 mesi e 35 anni di anzianità contributiva.

Il suo viso si rattrista nel racconto, credo di intuire il perché.

Claudia rientra nella categoria di quelle persone che potevano contare di andare in pensione con il sistema retributivo fino al 2011 e poi con il contributivo. 

Scegliendo Opzione Donna la sua pensione è stata ricalcolata interamente con il sistema contributivo per cui il suo assegno pensionistico è risultato inferiore di oltre il 20%. Economicamente è stata penalizzante la  sua scelta.

In compenso ha avuto l’opportunità di chiudere con il lavoro con notevole anticipo rispetto ai requisiti della Legge Fornero, che darà alle donne questa possibilità al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.

La guardo e cerco di trovare il lato positivo. E’ in pensione con 9 anni di anticipo; è vero che il suo assegno pensionistico è più basso, ma ricordo che anni fa le avevo consigliato di aderire alla previdenza complementare…con la rendita del fondo pensione potrà integrare il gap pensionistico!

Le sorrido.

Claudia abbassa lo sguardo e con un tono di voce sommesso mi racconta che dopo il nostro incontro avvenuto molti anni prima, aveva parlato dell’importanza di costruirsi una pensione complementare al marito e del fatto che aveva intenzione di aderire ad un piano pensionistico  per integrare la sua pensione futura.

Il marito l’aveva rassicurata dicendole che aveva già provveduto per lei in tal senso e in ogni caso lei sarebbe andata in pensione con il sistema retributivo; nulla da temere, la sua pensione era in una “botte di ferro”!

Purtroppo Claudia aveva scoperto troppo tardi che il piano pensionistico di cui parlava il marito, di “pension” aveva solo il nome, tant’è che alla scadenza il marito aveva riscattato il capitale e lo aveva impiegato per dei lavori di ristrutturazione della casa di campagna e  due anni fa, con la sua scelta di ritirarsi dal lavoro con Opzione donna,  la sua pensione non era più in quella botte di ferro come lei credeva. E come se non bastasse, a gennaio ha dovuto affrontare il divorzio con il marito. 

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Questa storia è reale, ovviamente il nome è di fantasia. Ho voluto condividere con voi questo episodio perchè volevo far riflettere. Cosa abbiamo imparato da questa vicenda?

  1. Bisogna capire sempre quello che si sottoscrive, se il prodotto sia quello giusto per coprire le proprie esigenze, non aver mai difficoltà a chiedere ulteriori spiegazioni soprattutto quando parliamo di un prodotto come un fondo pensione che ci accompagnerà per buona parte della nostra vita.
  2. Affidarsi sempre ad un consulente e non lasciare che altri scelgano per noi!
  3. La Legge Fornero ha creato delle distorsioni a cui il Governo sta cercando di porvi rimedio, si susseguono tavoli e incontri con i sindacati  per prorogare Opzione Donna e per introdurre una nuova Ape, l’Ape rosa social, ma qual è la differenza tra le due?
  • Opzione Donna: per quanto possa essere penalizzante dal punto di vista economico (20-30%); la lavoratrice accetta il ricalcolo della pensione col sistema contributivo atteso che abbia i requisiti per accedere: 57 anni e 7 mesi (entro il 31.7.2016) e 35 anni di contributi (al 31.12.2015).  E’ sicuramente interessante perché si anticipa di 9 anni l’uscita dal lavoro rispetto ai requisiti ordinari della Legge Fornero (dal 2018 -66anni e 7mesi);

Questa scelta è aperta a tutte, fermo restando i requisiti anagrafici e contributivi.

  • Ape social: nessuna penalizzazione sulla pensione futura (l’anticipo pensionistico viene pagato dallo Stato) Il calcolo verrà effettuato col normale calcolo della pensione. I requisiti richiesti: età anagrafica 63 anni; per i contributi, poiché l’Ape rosa non è accessibile a tutte le donne, a seconda della categoria di appartenenza saranno necessari:

    – 27 anni di contributi per disoccupate, caregiver e invalide dal 74%
    – 33 anni di contributi per le addette a lavori faticosi e rischiosi

Se l’Ape social oggi fosse una realtà e Claudia avesse 63 anni, la sua pensione sarebbe in una “botte di ferro” e potrebbe andare in pensione con 3 anni e 7 mesi di anticipo!

La vita è fatta di eventi prevedibili e imprevedibili, di certo sappiamo che andremo in pensione. Il quando e con quanto sono le due incognite che ci accompagnano.

Un consiglio da consulente?

Conoscere il proprio estratto contributivo, la previsione della pensione futura, aderire alla previdenza complementare, una buona pianificazione finanziaria. Tutto questo certamente vi aiuterà a fare delle scelte consapevoli e coprire i gap pensionistici.

Se Claudia avesse aderito ad un  fondo pensione oggi potrebbe contare su una rendita mensile e forse integrare quel 20% che il ricalcolo della pensione col sistema contributivo le ha sottratto.

Pierangela De Martino, 

Piera De Martino

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