IL FUTURO E’ GREEN? Rubrica Tempo & Denaro di Piera De Martino

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Si è conclusa da pochi giorni la nona edizione del Salone del Risparmio, una tre giorni che ha coinvolto tutti gli operatori del settore in una serie di conferenze e dibattiti su temi normativi, fiscali e innovazioni che riguardano l’industria del risparmio.

Tanti gli argomenti affrontati e tutti di grande interesse.

Si è dibattuto della Mifid2 che detta regole nuove all’industria e agli operatori del settore volte a garantire una maggiore trasparenza a favore dei risparmiatori e di come evolverà la professione del consulente finanziario.

Si è spaziato tra analisi di mercato e fintech. Si è parlato di quanto i Pir siano stati una strategia di investimento a lungo termine convincente ed uno strumento utile per convogliare il risparmio verso l’economia reale. Non è mancata l’attenzione sulla previdenza integrativa che oggi sta per compiere un passo ambizioso verso un mercato comunitario con l’introduzione dei Pepp, piani pensionistici europei che avranno una regolamentazione europea.

Il sistema climatico, la tutela dell’ambiente, la sostenibilità, questi temi sono stati al centro di numerose conferenze.

Oggi l’attenzione verso la tutela dell’ambiente è più alta.

Sicuramente i giovani sono più sensibili a questi temi e spesso con il loro stile di vita e scelte di acquisto ne fanno un vero e proprio elemento identificativo.

Certo è che pulire i nostri mari, evitare il surriscaldamento della terra, diminuire gli sprechi, proteggere il nostro pianeta significa mettere a buon uso la tecnologia, sempre più sostenibile e puntare su quelle aziende che investono in tecnologie ambientali.

Il Parlamento Europeo ha già approvato le nuove regole a cui dovranno attenersi gli stati membri per quanto riguarda l’energia rinnovabile.

L’attenzione è alta ma soprattutto c’è molto interesse da parte dell’industria del risparmio verso chi opera nel settore dei fondi sostenibili. Le strategie  che hanno criteri di sostenibilità, quelle che fino a poco tempo fa rendevano questi fondi un mercato di nicchia, ogni anno aumentano all’interno dei fondi comuni.

Possiamo prevedere un futuro più pulito e sostenibile, quindi possiamo diversificare il portafoglio, tenendo conto anche dei prossimi impegni ambientali a cui l’Europa è chiamata a far fronte,  investendo su quelle aziende che lavorano per tutelare l’ambiente e che in un orizzonte di medio-lungo termine potrebbero generare utili interessanti.

Piera De Martino

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