VICO EQUENSE: IL 31 GENNAIO FESTA PATRONALE DEI SANTI CIRO E GIOVANNI

VICO EQUENSE: IL 31 GENNAIO FESTA PATRONALE DEI SANTI CIRO E GIOVANNI

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LA FESTA DEI SANTI MARTIRI “ CIRO E GIOVANNI ” PROTETTORI DI VICO EQUENSE.

( a cura di Giuseppe Maffucci) – Con l’avvicinarsi del 31 Gennaio, come tradizione secolare, fervono i preparativi per celebrare a Vico Equense la festa dei

Santi Patroni Ciro e Giovanni, le cui statue sono trasportate a spalla dai nostri pescatori a piedi nudi, per tutte le vie cittadine, seguite ogni anno da una folla di fedeli, accorsa dai tredici casali e da ogni angolo del vasto territorio equense.

Il culto per i Santi Ciro e Giovanni crebbe negli ultimi anni del IX secolo d. C., quando il Duca di Napoli Attanasio II (877- 898) si adoperò per la sua diffusione, in tutto il vasto territorio della “ Ducea” .

In seguito Martino I Duc

a di Napoli ( 928 – 929) fece comporre due agiografie sulla vita dei Santi Martiri che, erano venerati in una Chiesa a loro dedicata, sita sul declivio del “ Monterone” verso lo sbocco dell’attuale via di “Mezzocannone”, angolo con l’Università “Federico II”.

La frequenza nel porto di Napoli, per i continui e giornalieri traffici marittimi tra il nostro territorio e il capoluogo, permise ai marinai e ai pescatori, la conoscenza di questa Chiesa che era situata in vicinanza del porto e con essa anche la diffusa venerazione dei Santi Martiri.

Da questi pescatori e marinai, la devozione ai Santi Ciro e Giovanni si estese in tutta Vico Equense.

Avvenne così che, con un “ Medico Alessandrino” e un “Soldato Edessano”, tra i primi Martiri Cristiani, si chiuse il ciclo storico sia delle credenze pagane, del “Sole” o “Ebone” degli Osci Ausoni; sia dell’Ercole di Samotracia dei Greci; e sia dell’Apollo Archegete dei Romani e sia di quella Cristiana.

 

Infatti Ciro Medico e Giovanni Soldato, bene simboleggiavano la protezione e la difesa dei due doni che il Creatore aveva elargito agli abitanti del territorio aequano “Un pezzo di Paradiso caduto dal Cielo”, cioè la salute e il coraggio, con la vigoria del corpo.

Gaetano Milone

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