SANT’AGNELLO – DATI UFFICIALI ARPAC: I LIQUAMI SULLA SPIAGGIA DEL PECORIELLO, COLIFECALI 50 VOLTE SUPERIORI AI LIMITI

SANT’AGNELLO – DATI UFFICIALI ARPAC: I LIQUAMI SULLA SPIAGGIA DEL PECORIELLO, COLIFECALI 50 VOLTE SUPERIORI AI LIMITI

SANT’AGNELLO – DATI UFFICIALI ARPAC: I LIQUAMI SULLA SPIAGGIA DEL PECORIELLO, COLIFECALI 50 VOLTE SUPERIORI AI LIMITI

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ARRIVATI  I DATI UFFICIALI DELL’ARPAC: LA POZZA DI LIQUAMI SULLA SPIAGGIA DEL PECORIELLO CONTIENE COLIFECALI CINQUANTA VOLTE SUPERIORI AI LIMITI DI LEGGE!

Il WWF aveva denunciato nel pomeriggio del 27 maggio un’ingente fuoriuscita di liquami dal canale della condotta, in gestione alla GORI, allocato sotto la via dei Pini che sbocca sulla spiaggia del Pecoriello. Le sostanze maleodoranti dopo aver percorso il tratto della spiaggia, creando pozze e laghetti, si sono riversate in mare. Lo sversamento si è protratto probabilmente per più giorni trasportando impunemente a cielo aperto tonnellate di liquami nel golfo del Pecoriello.

 A distanza di otto giorni dalla richiesta del WWF, in data 4 giugno 2018, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania ha inviato due tecnici con l’imbarcazione ARPAC NA10948, per effettuare un’ispezione e relativa verifica e controllo sulla spiaggia detta del “Pecoriello” nel comune di Sant’Agnello.

Sebbene l’acqua del mare a distanza di tempo dall’episodio sia risultata nella norma, l’acqua contenuta nella pozza, posta a pochi metri dal mare, ha rilevato invece la presenza relativamente al parametro di escherichia coli di 260000 UFC/100 ml, ovvero in percentuale di gran lunga superiore al limite max di 5000 UFC/100 ml, previsto nella Tab3 allegato V parte III al DLgs 152/06 per scarichi in acque superficiali!

“L’Arpac conferma la qualità dei liquami, finiti sulla spiaggia e a mare – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – e sebbene le analisi effettuate in “emergenza” a distanza di otto giorni (!) dall’evento hanno riscontrato in mare la presenza di colibatteri e colifecali diluiti nei limiti normativi, è inconfutabile la bomba ecologica rappresentata dalle pozze sull’arenile e causata, per l’ennesima volta, dal troppo pieno della condotta in gestione dalla Gori.

Il responsabile ARPAC descrive nel rapporto un odore riconducibile a reflui civili ed attesta il superamento di ben 52 volte dei limiti imposti dalla legge degli escherichia coli!!!

Insomma solita problematica, solito inquinamento. Desta perplessità il tempismo della macchina dell’emergenza: 18 ore dalla segnalazione per risolvere il problema e 8 giorni dalla stessa per analizzare le acque? Ecco perché abbiamo chiesto la verifica della capacità tecnica-organizzativa dei gestori a far fronte e/o prevenire imprevisti, incidenti, guasti e/o occlusioni alla rete idrico/fognaria, oltre alla verifica della tipologia degli interventi manutentivi effettuati alla rete visto il ripetersi di tali gravi episodi. Si spendono centinaia di milioni per costruire un mega-depuratore e, poi, non si è in grado di intervenire in tempo reale quando la fogna, anche se non piove, devia direttamente a mare? E non è certo un caso isolato! La cosa più imbarazzante è che, mentre la visibilità sott’acqua in questi giorni è scarsissima e sulla superficie del mare si osservano schiume, plastiche e nafta, a destra e a manca si continuano a pubblicizzare Bandiere Blu! Da premiare la coerenza del Sindaco di Sant’Agnello che, a conoscenza della problematica, indipendentemente dai dati ARPAC, quanto meno non ha ritenuto di dover “gareggiare” per l’agognato vessillo blu.”

Nel frattempo le pozze luride, pregne di acqua sporca, continueranno a rilasciare (per osmosi e per effetto delle mareggiate o della pioggia) le sostanze inquinamenti nella sabbia e a rendere il mare sempre più torbido e schiumoso. Tutto ciò contribuisce oltre ad un grave danneggiamento paesaggistico ambientale anche a creare una situazione di rischio igienico-sanitario su di una spiaggia tranquillamente raggiungibile via mare da ignari canoisti e diportisti.

Ora è doveroso, come richiesto dal WWF, attuare tutte le procedure di messa in sicurezza dell’area tramite operazioni di bonifica e sanificazione dell’arenile, consistenti nel filtraggio, purificazione e successivo ripascimento e, al fine di evitare rischi alla salute pubblica, l’interdizione dell’area con l’emissione di un divieto di transito e/o sbarco.

I responsabili di tale scempio dovranno adoprarsi con urgenza entro i termini di legge, trascorsi i quali il comune potrà operare la bonifica rivalendosi in danno nei confronti di quest’ultimi.

Redazione

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