SORRENTO: IL FALSO MERCANTE D’ARTE, VIPERA VELONOSA DISPENDIA VELENI A DESTRA E A MANCA

SORRENTO: IL FALSO MERCANTE D’ARTE, VIPERA VELONOSA DISPENDIA VELENI A DESTRA E A MANCA

SORRENTO: IL FALSO MERCANTE D’ARTE, VIPERA VELONOSA DISPENDIA VELENI A DESTRA E A MANCA

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Un vecchio adagio, sulla salvaguardia della propria vita, a proposito di serpenti e nel nostro caso di vipere, recita testualmente ” dammi dove vuoi ma non darmi in testa”.

Ebbene il saggio proverbio calza a pennello sulla immediata autodifesa ( excusatio non petita accusatio manifesta – la traduzione gli verrà spiegata da qualche suo amico letterato), del solito  cialtrone , a quanto scritto dal nostro giornale a proposito delle “mostre” con trucco a Villa Fiorentino su cui, si spera, indaghi la Guardia di Finanza.

Una conferma di uno dei tanti, forse il più cretino,  che sta dietro all’interrogazione preparata al deputato Borrelli contro il nostro giornale, cacciato dalle stanze comunali, con divieto di ingresso alla Fondazione Sorrento, messo alla porta dall’Istituto di Cultura Torquato Tasso a cui deve ancora restituire telefonini e materiali vari comprati con fondi “neri” come da lui dichiarato.

A proposito poi della “sua” mostra a Villa Fiorentino con tanto di pubblicità su un pieghevole della presenza di un Guido Reni, scomparso il giorno dopo l’inaugurazione, riportiamo quanto “depositato” in Fondazione e presso la compagnia dei Carabinieri di Sorrento da un acceditato critico d’Arte chiamato dall’allora Amministratore Delegato.

Chiamato dall’allora amministratore delegato e regolarmente contrattualizzatodalla fondazione Sorrento per la verifica delle opere d’arte presenti nelle mostre presso di loro, tra le quali la “fasulla” mostra su Warhol ( sempre con la regia del “commerciante d’arte” n.d.r.) , vengo a conoscenza, tutto documentato dell’acquisto da parte del suddetto per poche migliaia d’euro presso una piccola e discutibile casa d’asta della copia d’epoca del solito Ecce Homo del grande Guido Reni. Nella grande monografia di Pepper su Guido Reni di cui il soggetto fa improprio e artato ingannevole sfoggio, esiste più che ovviamente ed effettivamente un Ecce Homo ma in collezione romana del 1600. Ma come per tantissimi dipinti, di quella felice opera del Reni vengono poi realizzate centinaia di copie redatte negli anni a venire fino ad oggi. A questo punto il giocoliere delle tre carte, confidando in qualche appoggio interno alla fondazione e dell’enorme incopetenza di tutti, mischia sfacciatamente le carte sostenendo che la copia d’epoca in suo possesso sia esattamente quella pubblicata dal pepper senza fornire ovviamente nessunissima prova documentale. la prova provata di tutto ciò consiste nel fatto che il fasullo Ecce Homo spacciato per un Guido Reni a milioni di euro nell’inutile mostra a villa fiorentino, finisce in un ristorante a quelle poche migliia di euro che il “soggetto” spese per acquistarlo tentando disperatamente di recuperare la cattivissima spesa”.

Dell”opera prima sequestrata dai carabinieri e poi restituita al proprietario, la Magistratura ha confermato il possesso, ma non l’autenticità. Il “falso d’autore” a cui era stato attribuito un valore di 5-6 milioni di euro,  è stata poi esposto su una parete di uno dei tanti ristoranti sorrentini,  senza alcuna precauzione, a conferma della non autenticità.

Questo personaggio, appartenente alla “banda dei quattro”, “mercante d’arte”  di professione, proprietario di molti immobili e grosse disponibilità di liquidi, con quadri ( da verificarne l’autenticità a detta di molti)  venduti ad albergatori sorrentini, addirittura si atteggia, ultimamente, a censore dei costumi altrui.

Delle sue mostre a Villa Fiorentino, compresa la stampa di costosi cataloghi (invenduti), delle sue parcelle, chiediamo spiegazioni all’attuale Amministratore Delegato in modo  da dissipare i dubbi sulla “professionalità” del mercante e sui motivi del suo allontanamento.

Nel frattempo, lo assicuriamo sul nostro essere sobri, da sempre, in linea con la nostra condotta di persone perbene, oneste e laboriose e soprattutto di essere regolarmente iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania, con un’anzianità di iscrizione che attesta un onorevole e prestigioso curriculum professionale, di giornalista, oltre alla maturità classica e laurea in Scienze della Comunicazione certamente non in possesso del “falso” mercante, in odor d’usura, come più volte denunciato da cittadini sorrentini.

Gaetano Milone

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