IL VANGELO IN PILLOLE – L’ALBERO SI RICONOSCE DAI FRUTTI
Un prete durante la celebrazione eucaristica ha indossato la casula con i colori della bandiera palestinese. Lungi da me influenzare chi legge, da teologo commento l’accaduto alla luce del Vangelo di oggi che pone al nostro sguardo il contrasto tra gli alberi buoni e cattivi.
Le affermazioni di Gesù: «ogni albero buono produce frutti buoni» (Mt 7, 17), sono così semplici da sembrare quasi banali, ma non lo sono affatto! Non lo sono, così come non lo è la vita reale di ogni giorno. Questa ci insegna che vi sono persone che degenerano e finiscono col dare cattivi frutti, e che, al contrario, ve ne sono altre che danno frutti buoni. Significa che chi è buono lo è in quanto non viene meno al fare del bene. Fa il bene e non si stanca. Fa il bene e non cede alla tentazione di fare il male. Fa il bene e persevera fino all’eroismo. Ma non è un eroe e, se per caso, arrivasse a cedere davanti alla fatica di operare così, di cadere nella tentazione di fare del male, o di spaventarsi davanti al requisito non negoziabile, lo riconosce sinceramente, lo confessa veramente, si pente di cuore e… ricomincia.
Chi segue Cristo sa che se non dà dei frutti buoni sarà tagliato e gettato al fuoco, e conoscendo il valore della testimonianza può attivare la bontà degli altri attraverso le loro opere buone, sa, per esperienza sociale, che il bene é riconosciuto come tale dai fatti e non dalle sole parole: non basta dire «Signore, Signore!». Come ci ricorda san Giacomo, la fede si riconosce attraverso le opere: «Mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Gc 2, 18). Ognuno tragga le proprie considerazioni, io sono sull’altare a celebrare col prete…