IL VANGELO IN PILLOLE – GIOIA E DIGIUNO

IL VANGELO IN PILLOLE – GIOIA E DIGIUNO

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Oggi potrei spiegarvi la mia eresia come discepolo di Cristo che insegnava con autorità e come tutte le cose nuove, contrastava con le pratiche e l’ambiente prevalente. Ieri ha chiamato Matteo, l’esattore delle tasse, e mangia con lui e altri pubblicani e peccatori, e i farisei ne sono “scandalizzati”; oggi sono i discepoli di Giovanni che non capiscono come mai lui e i suoi discepoli non digiunano. Gesù risponde: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà tolto e allora digiuneranno» (Mt 9,15).

Se il digiuno era ed è una pratica per “avvicinarci” al Signore, i discepoli non ne avevano bisogno perché dovevano godere della presenza di Dio fattosi uomo. Anche noi dobbiamo gioire: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). È vero siamo “nel già e non ancora”, ma Sant’Agostino ci ricorda: “Giusto è il nostro pianto, il nostro digiuno, se ci brucia il desiderio di vederlo”.

Aniello Clemente

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