Raffaele Lauro premiato per Lucio Dalla

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Raffaele Lauro ha compiuto 76 anni lo scorso 10 febbraio. Età da tranquillo pensionato che, dopo una vita dedicata al lavoro e agli altri, si gode il meritato riposo nella quiete delle mura domestiche? Macché! Ogni giorno viene fuori con una novità, come se la vita dovesse ancora riservargli il meglio! E io penso che sarà veramente così!

Ora torna alla ribalta della cronaca grazie a un prestigioso riconoscimento, il Premio Nazionale “Caravella Tricolore 2020”, Sezione “Musica”, alla sua IV Edizione, che gli è stato assegnato per la sua articolata opera su Lucio Dalla e, in particolare, per il romanzo biografico “Caruso The Song – Lucio Dalla e Sorrento”, edito nel 2015 da GoldenGate Edizioni, dedicato al capolavoro del grande artista bolognese, “Caruso”, e al suo legame cinquantennale con Sorrento, dove compose il mitico brano nell’estate 1986. Il premio gli sarà consegnato, in ottobre, a Roma, nel corso di una manifestazione pubblica. L’intellettuale, politico, accademico e letterato sorrentino ha dedicato a Dalla una complessa operazione culturale che ha compreso, nel corso di quattro anni straordinari in cui ha “vissuto” a stretto contatto con sua la memoria, tre opere narrative, un tour culturale e musicale internazionale, un docufilm e una canzone dal titolo “Uno straccione, un clown”.

Il romanzo premiato, “Caruso The Song”, rappresenta un’autentica opera poetica, nell’ispirazione e nei contenuti, a partire dagli episodi legati a luoghi, a persone e a vicende di Sorrento, correlate alla intensa presenza nella città del gigante della musica, italiana e mondiale. Scopo principale del lavoro di Lauro è stato rimarcare il legame viscerale del genio bolognese con Sorrento, città della quale gli fu concessa la cittadinanza onoraria nel 1997, e ricostruire le vere fonti della sua poetica e della nascita del suo brano “Caruso”. Lucio Dalla, come ricorda il libro, iniziò il suo legame con Sorrento nel lontano 1964, e ha mantenuto intatto questo sodalizio fino alla fine della sua vita, accresciuto dal successo internazionale del brano sulla città che ha contribuito a portarne il nome in ogni angolo del mondo. Il romanzo chiarisce che questo amore così profondo e radicato tra Dalla e Sorrento nasce dal senso di amicizia, di solidarietà, di intimità, di empatia con il quale i fratelli Jannuzzi, Giovanni Russo, Angelo Leonelli e tutti i sorrentini lo hanno accolto, e che lui ha restituito, non soltanto nei suoi rapporti umani diretti, ma con la composizione di questa canzone che è diventata, insieme con “Torna a Surriento”, un inno della sorrentinità nel mondo. Spiega Lauro: “Lucio, a Sorrento, si sentiva di casa, non un ospite, non osservato, non giudicato, non infastidito, semplicemente amato, rispettato e accolto, come in una famiglia. Questo sentimento dell’accoglienza familiare, tipico dei sorrentini, lo gratificava, lo motivava, al punto da definire Sorrento ‘l’angolo vero della mia anima’. E’ di questo che ho voluto dare testimonianza nel mio romanzo. Il mio principale obiettivo è stato restituire a Sorrento quanto spettava a Sorrento, nella vicenda umana e nell’opera musicale di Lucio Dalla. Dopo il mio lavoro, come ha sottolineato Ermanno Corsi, nessuno potrà più ignorare Sorrento e la dimensione religiosa di Dalla, come fonti della sua ispirazione”. Dal libro emerge un Dalla inedito e sconosciuto, con le sue passioni, con i suoi amori, con le sue solitudini, con le sue esaltazioni, con le sue melanconie e con il suo stupore fanciullo di fronte alla bellezza: il Dalla uomo, il Dalla poeta e cantore della Natura, il Dalla appassionato di sport, il Dalla amante del Sud e delle sue tradizioni. Più che un romanzo biografico nel senso tradizionale, quindi, Lauro riesce a svelare la “biografia interiore” di Lucio Dalla: l’humanitas, la sensibilità di uomo e di artista, la capacità di dialogare con tutti e di legare umanamente con tutti, l’attitudine ad ascoltare e a “sentire” i sentimenti altrui, di recepirli e di farli suoi.

Partito dal romanzo sul rapporto di Dalla con Sorrento e sulla genesi del brano “Caruso”, Raffaele Lauro è poi è arrivato a produrre, in itinere, altri due volumi: “Lucio Dalla e San Martino Valle Caudina – Negli occhi e nel cuore – Dialoghi” e “Lucio Dalla e Sorrento Tour – Le tappe, le immagini e le testimonianze” e un docufilm: “Lucio Dalla e Sorrento – I Luoghi dell’Anima”, che rappresentano dei documenti unici e inediti sulla vita e sull’arte di Lucio Dalla. Chiarisce lo scrittore: “E’ stato un lavoro in progress, niente era stato programmato. Man mano che procedevo con le interviste, crescevano gli spunti e le suggestioni, si rischiaravano zone d’ombra, si svelavano episodi sconosciuti, si riesumavano autentiche magie sepolte dall’oblio. Dopo Sorrento, ho scoperto i suoi legami con un borgo sottomontano, San Martino Valle Caudina, con il mitico Gianni Raviele e con la sua meravigliosa famiglia. Il progetto del mio secondo romanzo su Lucio Dalla, ‘Lucio Dalla e San Martino Valle Caudina – Negli occhi e nel cuore – Dialoghi’ è nato per raccontare di un inedito ponte ideale, creato da Dalla e mai prima d’ora segnalato, tra Sorrento e il borgo rustico della Valle Caudina, dove Lucio cantò, per la prima volta, di fronte ad un vasto pubblico, la canzone ‘Caruso’, composta, nelle settimane precedenti, a Sorrento. Era il 17 agosto 1986. E da quel pubblico, il suo pubblico, riceve la conferma del capolavoro: dalla gente semplice, ma intellettualmente colta della Valle Caudina. Ho iniziato ad approfondire questo percorso di Lucio ‘dal mare alla montagna’ nella genesi di Caruso quando ho presentato, nell’agosto 2015, il mio primo libro a San Martino Valle Caudina e ho ascoltato, quella sera, fatti nuovi, storie incredibili: i quattro concerti di Dalla, le sue amicizie locali, le fughe da Bologna per rifugiarsi in quel piccolo borgo, durante le feste comandate. Ci sono ritornato, un mese dopo, mosso solo dalla curiosità intellettuale, e ho intervistato, innanzitutto, l’ospitale famiglia Raviele-Russo. Ascoltavo i loro racconti e mi incantavo, sempre più. Tutto inedito, tutto sconosciuto. Amicizia, umanità, sentimenti veri, puliti, sinceri. Accoglienza familiare. Anche lì, Lucio trovava la famiglia, che gli mancava. Da quelle ulteriori rivelazioni, prende forma il libro e, con il libro, la cittadinanza onoraria, che grandemente mi ha onorato. L’avrebbe meritata, invero, più Dalla che io. Ma io l’ho accettata in suo nome e a lui l’ho dedicata. ll mio solo merito consiste nell’aver svelato, attraverso le testimonianze dei suoi amici di Sorrento e di San Martino Valle Caudina, ma anche di Manfredonia e di Barletta, il lato intimo, segreto, profondo, umano, di un artista osannato dal mondo intero”. Proprio grazie agli studi di Lauro, il 4 marzo 2017 (giorno del compleanno del cantautore) è stato celebrato il gemellaggio tra Sorrento e San Martino Valle Caudina: “Sono molto orgoglioso – ha dichiarato in quella occasione lo scrittore- come sorrentino e come cittadino onorario di San Martino Valle Caudina, di aver recuperato e consegnato, con un impegno entusiasta  di quattro anni, alla memoria storica delle due comunità, una parte significativa del patrimonio ideale di Lucio Dalla, consacrato, oggi, nel gemellaggio tra i due Comuni”.

Nel successivo libro “Lucio Dalla e Sorrento Tour – Le tappe, le immagini e le testimonianze”, edito da GoldenGate Edizioni, lo scrittore illustra invece le 21 tappe del tour di presentazione di “Caruso The Song – Lucio Dalla e Sorrento”, con relazioni, foto, testimonianze. Spiega ancora Lauro: “Tutte le tappe sono state incontri straordinari, con una partecipazione popolare, inattesa, emozionata, coinvolta, entusiasta, come al concerto di Ferragosto della band “The Sputos”, a Cingoli. Né posso dimenticare le parole, a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, di padre Giovanni Bertuzzi, il confessore, e del professor Nicola D’Imperio, il medico personale. Le loro testimonianze costituiscono un vero scoop giornalistico. Ma se proprio dovessi fare una scelta, indicherei, in primis, la manifestazione degli studenti del Liceo ‘Gaetano Salvemini’ di Sorrento, al Teatro Delle Rose. Il mio antico liceo. Hanno costruito uno spettacolo meraviglioso di narrativa, di poesia e di musica. Mi sono commosso e non mi capita di frequente. Merito anche della preside Patrizia Fiorentino e dei docenti, Antonino Siniscalchi e Marisa Cimmino. Questo mio terzo libro su Dalla viene fuori proprio come risposta a un interrogativo di Patrizia Fiorentino, quando, al Teatro delle Rose, non appena concluso lo spettacolo degli studenti, mi ha chiesto: ‘Come faremo, Raffaele, a non disperdere la memoria di questo evento educativo di buona scuola, un evento, per noi, storico?’. Patrizia mi fece riflettere. Così, non è andato disperso il ricordo di nessuna delle 21 tappe del tour”.

Il docufilm su Dalla rappresenta infine una sofisticata operazione di marketing culturale. Spiega il professor Lauro: “La cultura, l’alta cultura, rappresenta il veicolo più efficace per il marketing territoriale, a livello internazionale. Sorrento si presta. E’ uno scenario incomparabile, con una storia turistica, unica al mondo. Storia, melodie, bellezze naturali, gastronomia, qualità dei servizi di accoglienza e di ospitalità. L’attenzione alle mie iniziative su Lucio Dalla e Sorrento si è tradotta, attraverso i media nazionali, in un potente fattore di attrazione. Il binomio Sorrento-Dalla si è ulteriormente consolidato nell’immaginario collettivo”.

Infine, dallo studio della vita e della poetica di Dalla è nata nel cuore di Raffaele Lauro una poesia bellissima, divenuta poi testo di una canzone di rara suggestione. Lauro ha svelato come sono nati i suoi versi su Lucio, molto coinvolgenti sul piano emotivo e interessanti su quello speculativo: “Sono stati composti di getto, come animati da una ispirazione fulminea: una mia piccola follia creativa, tra poesia, musica, amore e fede religiosa. Il testo nasce da un frammento autografo di Lucio, scoperto, dopo anni, in una agendina da suo amico barlettano, Giuseppe Di Miccoli, che me ne ha fatto dono. Un frammento antropocentrico di Lucio, la sua fiducia nell’uomo che governa il mondo. E da un mio sogno di Lucio che cantava sulla terrazza più grande, dove non cala mai l’inverno. L’altro tempo, come lo chiamava lui. Il titolo: ‘Uno straccione, un clown’, nasce da come si autodefiniva, ironicamente. La musica del demo è opera della band, The Sputos, che mi ha accompagnato in alcune tappe del tour, i maestri maceratesi Cardella, Della Mora e Lucerna”.

Raffaele Lauro e Lucio Dalla sono stati anche i protagonisti di una spettacolare puntata del “Cabaret Chantant” del Fauno Notte Club, ideato e diretto da Eleonora Di Maio per il brand “Tour Eventi” di Maurizio Mastellone, il 4 marzo 2017, per rendere omaggio al grande artista nel quinto anniversario della scomparsa (1 marzo 2012) e nel settantaquattresimo della nascita (4 marzo 1943). Nel corso dello show vi è stata la toccante esecuzione, in anteprima nazionale, della canzone “Uno straccione, un clown” (R. Lauro, G. Cardella, P. Della Mora, A. Lucerna), nella appassionata versione di Francesca Maresca con l’arrangiamento musicale del maestro Luigi Belati. Ricorda Lauro: “Proprio nello storico locale notturno sorrentino, inaugurato, nel 1963, dai fratelli Franco e Peppino Jannuzzi, esordì, nel 1964, un appena ventunenne Lucio Dalla, famoso allora nello skat jazz, cantato in un inglese che non era inglese, come clarinettista del complesso I Flippers”.  L’8 agosto 2019, Raffaele Lauro e Francesca Maresca sono tornati ad offrire un tributo a Lucio Dalla, stavolta sulla terrazza di Villa Fondi a Piano di Sorrento, tra le interessanti introduzioni dello scrittore, con la lettura critica della poetica dalliana, e le potenti interpretazioni della Maresca.

In merito all’ultimo riconoscimento di Lauro, il Premio Caravella Tricolore 2020, che arricchisce una lunga serie, da quello del suo esordio letterario, nel 1987, col “Premio Chianciano di Narrativa Opera Prima”, fino al più recente, nel 2019, il “Premio Penisola Sorrentina – Arturo Esposito” per l’intera opera narrativa, Lauro ha dichiarato: “Sono grato agli organizzatori e alla giuria per questo riconoscimento che ricorda e celebra, mio tramite, un artista straordinario, un poeta, un musicista, un folletto lirico alla sedimentazione popolare del patrimonio, poetico e musicale:Lucio Dalla, amato, contemporaneamente, dagli anziani, dalle persone mature e dai giovani. L’opera di Dalla rappresenta, infatti, la colonna sonora di molte generazioni di italiani, un pilastro nella storia della musica italiana, un classico senza tempo, e oltretutto ha rinnovato, con ‘Caruso’, la fama di Sorrento nel mondo: una canzone-capolavoro dalla melodia immortale, che ha raccolto l’inestimabile testimone della celeberrima ‘Torna a Surriento’. Grazie, Lucio”.

Carlo Alfaro

Carlo Alfaro

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