CARETTA CARETTA “VILIPESA”AL LARGO DI CAPRI

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Quando l’hanno trovata a 12 miglia al largo di punta Campanella, a levante dell’isola di Capri, non credevano ai propri occhi: quella che a prima vista sembrava una macchia marrone era , in realtà, la carcassa saponificata di una tartaruga Caretta Caretta. A fare il macabro ritrovamento sono stati due pescatori dilettanti usciti alle prime luci dell’alba dal porto di Marina della Lobra alla ricerca di lampughe, riparate a migliaia all’ombra delle “frasche”. Successivamente la coppia ha notato alcune bottiglie che galleggiavano sulla superficie dell’acqua, tenute insieme da una cima legata a un corpo morto sul fondo. Vicino alle bottiglie era stata «impiccata» una tartaruga della specie Caretta Caretta: legato per il collo con un tipico nodo da marinaio, l’animale era in avanzato stato di decomposizione. La sua pelle era ormai diventata bianca, quasi saponificata: segno inequivocabile che la tartaruga era morta e abbandonata in alto mare da almeno quindici o venti giorni. Sulle cause del ritrovamento è giallo. Sebbene legata a una postazione per la cattura delle lampughe, la tartaruga non è solitamente usata come esca per attirare gli altri pesci visto che la sua pelle è troppo dura. Più probabile è che qualche pescatore si sia servito dell’animale per occultare le foglie utilizzate come richiamo per le lampughe, assai diffuse nel golfo di Napoli. Resta da capire se la tartaruga sia stata legata per il collo quando era già morta o se qualche pescatore senza scrupoli l’abbia strangolata quando era ancora viva. TARTA3Per il momento si tratta soltanto di ipotesi. Certo è che il Wwf vuole vederci chiaro. Anche perché le Caretta Caretta rappresentano una specie protetta. «La tartaruga è stata legata di proposito a un corpo morto con bottiglie e fogliame per attirare le lampughe – sottolinea il leader degli ambientalisti sorrentini Claudio d’Esposito – Il pescatore che ha messo su questa postazione deve essere lo stesso che ha stretto il cappio intorno al collo della Caretta Caretta. Denunceremo questa macabra vicenda alla Capitaneria di porto affinché individui e punisca gli eventuali responsabili».

 

Gaetano Milone

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