SORRENTO/META. GLI ARRESTATI SI DIFENDONO: “NESSUNO STUPRO, RAPPORTI CONSENZIENTI”

SORRENTO/META. GLI ARRESTATI SI DIFENDONO: “NESSUNO STUPRO, RAPPORTI CONSENZIENTI”

SORRENTO/META. GLI ARRESTATI SI DIFENDONO: “NESSUNO STUPRO, RAPPORTI CONSENZIENTI”

condividi in facebook

SORRENTO. Oltre sei ore. Tanto sono durati gli interrogatori all’intemo del carcere di Poggioreale dei cinque giovani arrestati con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una turista inglese. Non ci fu nessuno stupro, ma solo rapporti consenzienti, è stata la versione comune di tutti gli indagati. Secondo l’ipotesi accusatoria, la violenza sessuale di gruppo si sarebbe consumata in un hotel di Meta di Sorrento, dove la 50enne del donna si trovava in vacanza assieme alla figlia. Entrambe, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state drogate con la “droga dello stupro”. Poi la 50enne sarebbe stata violentata da un numero imprecisato di uomini. I 5 indagati, che ovviamente restano tutti innocenti e tali vanno considerati fino a eventuale sentenza di condanna definitiva, ieri hanno risposto a tutte le domande del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, la cui Procura ha coordinato le indagini condotte dai poliziotti del commissariato di Sorrento (con la dirigente Donatella Grassi e il vicecommissario Emanuele Bruno).

Le accuse

Antonino Miniero, 34enne di Portici; Fabio De Virgilio, 27enne di Vico Equense; Gennaro Davide Gargiulo, 23enne di Massa Lubrense; Raffaele Regio e Ciro Francesco D’Antonio, 24 e 23 anni, entrambi di Torre del Greco, hanno scelto quindi di non avvalersi della facoltà di non rispondere, e assistiti dai loro avvocati hanno confermato quanto già detto in precedenza alla polizia, ovvero che tutti i rapporti sessuali consumati con la donna sarebbero stati consenzienti. Rapporti che gli arrestati avrebbero descritto minuziosamente, proprio per avvalorare la tesi del rapporto consenziente. Il gip ha inviato gli atti al pubblico ministero e si è preso cinque giorni di tempo per decidere se confermare la misura cautelare in carcere o assumere una decisione diversa. I cinque ragazzi, che sarebbero provati dalla permanenza in carcere, avrebbero anche spiegato che le persone che avrebbero avuto rapporti sessuali con la donna non sarebbero state 10, come ricostruito dagli inquirenti, ma meno. Tutti particolari che sono all’attenzione degli investigatori, chiamati a sbrogliare la complicata matassa di un caso che ha fatto molto scalpore.

Redazione

leave a comment

Create Account



Log In Your Account