Esisteva davvero il coccodrillo della Regina Giovanna?

Esisteva davvero il coccodrillo della Regina Giovanna?

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Napoli città magica, dove storia e leggende millenarie si intrecciano in un amalgama affascinante il cui comune denominatore è il mistero. Come la leggenda del coccodrillo che viveva nei sotterranei di Castel Nuovo, il Maschio Angioino. La “fossa del coccodrillo”, racconta Benedetto Croce in “Storie e leggende napoletane”, ospitava un feroce rettile che sbranava i prigionieri ivi rinchiusi. Il coccodrillo sarebbe stato portato a Napoli dall’Egitto dalla regina Giovanna II per sbarazzarsi dei suoi amanti occasionali, dopo averne goduto i favori, lasciandoli cadere tramite una botola dell’alcova nelle fauci della bestia alloggiata nelle segrete del castello. Ora, tutti gli appassionati dei miti napoletani hanno avuto un sussulto grazie alla notizia, rimbalzata su Il Mattino, del ritrovamento dello scheletro di un animale durante gli scavi nella Galleria Borbonica. Ha raccontato Gianluca Minin, responsabile del sito archeologico della Napoli sotterranea: “Ho subito pensato che fossero i resti del leggendario coccodrillo”. E infatti, le ricerche del professor Raffaele Sardella del dipartimento di Scienze della terra dell’Università La Sapienza di Roma hanno accertato che trattasi di un coccodrillo, al 95% del Nilo, proprio come quello della leggenda. Gianluca Minin intende esporre i resti all’interno del percorso della Galleria Borbonica, realizzando una teca con la ricostruzione totale dell’animale, che superava i due metri di lunghezza. Il ritrovamento del “vero” coccodrillo della Regina Giovanna fa esultare di emozione il maestro Giuseppe De Chiara, autore, regista e interprete principale dello spettacolo “Giovanna the Neapolitan Queen”, lavoro teatrale in due tempi con musiche originali di Stefano Busiello e coreografie di Floriana Cafiero, nel quale il coccodrillo ha un ruolo affatto importante. L’operetta barocca di De Chiara, in musica, prosa e versi, racconta, con grazia e gusto, vita e mito della sovrana napoletana Giovanna D’Angiò-Sforza, incoronata il 19 ottobre 1419 col nome di Giovanna II, e resa famosa da leggende popolari nate intorno alla sua figura che l’hanno tramandata come una regina scandalosa, spietata e lussuriosa, dedita alla ricerca del sesso e all’assassinio dei suoi amanti. In realtà, la sovrana arrivò al trono inaspettatamente a 42 anni senza nessuna esperienza di governo, in anni estremamente difficili per l’umanità e per le donne in particolare, il pieno Medioevo, costretta a fare i conti con il severo Giacomo di Borbone, il marito francese despota che fu indotta a sposare dalla corte. La piece teatrale, arricchita da tipici costumi d’epoca, da coreografie originali e dalla fresca verve degli interpreti, è stata più volte replicata con successo dopo il debutto nazionale al Bellini nella rassegna “La corte della formica” del novembre 2012, ed è stata inserita anche nel cartellone dell’Estate a Napoli 2014.

(Carlo Alfaro)

Carlo Alfaro

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