SORRENTO: IL CLAN FIORENTINO COLPISCE ANCORA. VERITA’ TRAVISATA DA UN VIDEO PARZIALE.

SORRENTO: IL CLAN FIORENTINO COLPISCE ANCORA. VERITA’ TRAVISATA DA UN VIDEO PARZIALE.

SORRENTO: IL CLAN FIORENTINO COLPISCE ANCORA. VERITA’ TRAVISATA DA UN VIDEO PARZIALE.

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Che stavo per cadere in un tranello tesomi da chi ormai con l’acqua alla gola per esito indagini giudiziarie dopo circostanziate denunce sulle sue malefatte di giovane furfante, ce l’avesse a morte con me, dovevo capirlo.

Le immagini girate con il telefonino da Eduardo Fiorentino, figlio d’arte del famoso pluripregiudicato Rosario, nascondono le iniziali provocazioni testimoniabili dall’unico e dico unico “testimone” presente.

A cominciare dal fatto che la mia era una sosta momentanea per far scendere il passeggero dalla macchina mentre quella del suo scooter parcheggiato da tempo ( il Fiorentino come è suo solito ogni giorno “scrocca” il pranzo nel vicino bar ristorante come abitudine di famiglia tramandata di padre in figlio ( dimostrasse pubblicamente il contrario con ricevute fiscali). Così come lo scooter del padre sempre parcheggiato abusivamente sul tratto di corso Italia che va da piazza Tasso a piazza Angelina Lauro, così come la sua macchina parcheggiata sullo stallo riservato alle donne incinte o ancora lo scooter parcheggiato abusivamente e tollerato dai vigili in via Fuoro.

Insomma  qualcuno ed in particolare il giovane rampollo della famiglia Fiorentino, fratello e fratellastro di due ragazze una di primo e l’altra di secondo letto figlie del “focoso” papà mangiapolacche, impiegate nella Fondazione Sorrento, firmatario in Giunta del contributo di 70mila eruro per mostra sull’esimio nonno, pittore sconosciuto, vuole rifarsi “la faccia”, “figlio e iatta, surece acchiappa” minacciando addirittura azioni legali nei miei confronti chiamando a sua difesa gran parte della “Corte dei Miracoli” ( quelli che mi hanno minacciato li porto in Tribunale) che alimenta con contributi comunali a cominciare dall’orangutan cravattaro di professione con giacca e cravatta grandante sangue della povera gente capitata sotto le sue grinfie.

Un topo,  non sappiamo se del tipo domestico, selvatico o campagnolo, roditore assai dannoso, sta entrando nei gangli della pubblica amministrazione, derattizziamo finchè in tempo.

Ps. Della Famiglia Fiorentino, familiari compresi scriverò dettagliate informazioni a giorni alterni al solo scopo di ristabilire verità ai più celate.

Gaetano Milone

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