VERSO LE EUROPEE… POCA CONOSCENZA DI PRASSI E OBBIETTIVI. QUI UNA BREVE GUIDA.

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La guida pratica al voto in Europa

Dal 23 al 26 maggio chiamati alle urne circa 400 milioni europei

Il Parlamento europeo è l’unica istituzione Ue i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini e si rinnova ogni cinque anni. La legislatura 2014-2019 è stata l’ottava a suffragio universale. Ecco le principali indicazioni sulle modalità con cui sarà rinnovata l’assemblea di Strasburgo.

QUANDO E DOVE – Tra il 23 e il 26 maggio 2019 circa 400 milioni di europei (senza contare i cittadini britannici) si recheranno alle urne per eleggere i loro rappresentanti. In Italia lo spoglio delle schede inizierà il 26 maggio alle 23 segnando la fine della consultazione elettorale europea. Il 23 maggio saranno chiamati ai seggi gli elettori dei Paesi Bassi (e forse anche quelli del Regno Unito), il 24 maggio gli irlandesi, il 25 maggio la Lettonia, la Repubblica Ceca, Malta e la Slovacchia, mentre il 26 tutti gli altri: Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

CHI PUÒ VOTARE – Saranno chiamati alle consultazioni elettorali tutti i cittadini aventi diritto al voto di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Le prime elezioni a suffragio universale si sono tenute nel 1979. In 4 Stati (Belgio, Cipro, Grecia, Lussemburgo) è obbligatorio recarsi alle urne mentre in tutti gli altri è facoltativo.

REGOLE COMUNI – Dal 1979 gli eurodeputati sono eletti ogni 5 anni per suffragio universale diretto, ossia scelti direttamente dai cittadini. Il numero di eletti è fissata in proporzione alla popolazione. Per votare occorre aver compiuto i 18 anni, tranne in Austria dove ne bastano 16. Lo spoglio delle schede non può iniziare prima della chiusura dei seggi in tutti gli Stati membri. La soglia minima d’accesso è libera ma non può eccedere il 5% dei voti validi e vige il divieto del doppio mandato, nazionale ed europeo.

REGOLE NON COMUNI – I requisiti e l’età minima per candidarsi non sono uguali in tutti i Paesi, così come la legge elettorale e le modalità di voto per i residenti all’estero.

SOGLIE DI SBARRAMENTO – Sono diverse da Paese a Paese. La quota minima del 5% è in vigore in Belgio, Lettonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Francia, Polonia, Croazia, Romania, Lituania e Slovacchia. Il 4% in Italia, Austria, Svezia. Il 3% in Grecia, mentre l’1,8% a Cipro. In tutti gli altri non è prevista alcuna soglia di sbarramento.

QUANTI DEPUTATI ELEGGE CIASCUN PAESE – Per legge ogni Stato membro può eleggere al massimo 96 europarlamentari e come minimo 6. La Germania al momento ne elegge 96 e fino al 2014 l’Italia ne eleggeva 73, come il Regno Unito e uno in meno della Francia. In caso di Brexit, ovvero con l’uscita dei parlamentari britannici, si ridurrà il numero degli europarlamentari che passerà dagli attuali 751 (750 più il presidente) a 705 e ci sarà una parziale ridistribuzione dei seggi.

AFFLUENZA – L’astensionismo è uno dei principali problemi sul tappeto. Nel 2014 l’affluenza media (passata dal 42,97 del 2009 al 42,61%) ha fatto registrare notevoli differenze tra i vari Paesi. Ai primi posti il Belgio (89,64%) e il Lussemburgo (85,55%) – dove il voto è obbligatorio – seguiti da Malta (74,08%). Fanalino di coda la Slovacchia con una percentuale di votanti del 13,05%. Tra i grandi Paesi la Germania ha registrato un’affluenza alle urne del 48,01% e la Francia del 42,43%. In Italia ha invece votato il 57,22% degli aventi diritto.

Redazione

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