Luca Nasti: la voce del cuore di Napoli

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Il cantante Luca Nasti, il cui vero nome è Luigi, amato per le sue interpretazioni piene di sensibilità e pathos e la sua voce potente che ricorda Massimo Ranieri, nasce il 6 ottobre 1951 in una delle strade più suggestive di Napoli, San Gregorio Armeno, e della mitica strada, nota in tutto il mondo come il centro espositivo delle botteghe artigianali di statuine di presepi, porta nella sua musica il calore, la tradizione e il respiro. Le sue interpretazioni, tra incisioni discografiche, video musicali che spopolano su youtube, tour teatrali e incursioni televisive, in bilico tra tradizione e contemporaneità, restano emblematiche della “napoletanità” più autentica, permeata di una cultura che rappresenta uno stato dell’anima unico nel modo di intendere la vita e lo stare al mondo.

Sin da bambino e adolescente la passione per la musica e il canto lo spinsero a cimentarsi in vari concorsi canori che lo videro classificato sempre tra le prime posizioni, dandogli la spinta e l’entusiasmo per seguire questa strada. Fu a quell’età che si fece strada con prepotenza nel suo cuore il sogno di fare l’artista, sogno che è stato sostenuto dalla sua famiglia, che non dimentica di ringraziare nelle sue interviste, e ha portato avanti con tanto studio e umiltà, sorretto, ha raccontato sempre, soprattutto dalla grande fede e dal culto dell’amicizia. Raggiunta la maggiore età, si iscrisse all’Accademia musicale a Napoli diretta dal maestro Giacomo Simonelli, alla Scuola di teatro di Napoli diretta dal maestro Mario Ciampi e al corso di dizione diretto dalla professoressa Isa Giacoia. Negli anni 1980-81 debuttò ai due Festival di Napoli, arrivando finalista con i brani “Chi te vo bene a te” e “Vola e va”, e da allora non si è più fermato, con tanti successi e partecipazioni teatrali e televisive, portando avanti la sua carriera con impegno, determinazione, passione ed entusiasmo, senza mai perdere la fiducia, anche nei momenti difficili, consapevole che, se c’è talento e perseveranza, le soddisfazioni, come è accaduto, arriveranno.

Nel 1982, un incontro determinante della sua carriera, con il maestro Mario Merola, che gli affidò a teatro il ruolo dell’avvocato nella sceneggiata “Zappatore”. “Zappatore” è una canzone in napoletano scritta da Libero Bovio e musicata da Ferdinando Albano nel 1928, che ebbe grande popolarità in Italia e all’estero, e fu trasformata in una sceneggiata di grande successo. La sceneggiata fu un genere popolare tipico dell’arte partenopea, simile a un musical nell’alternare parti cantate con parti recitate e ballo, che si sviluppò con enorme successo nell’immediato dopoguerra e si affermò nel corso del ventennio 1920-40, a Napoli ma anche tra gli emigranti italiani di Little Italy a New York: partiva da una canzone di successo, sulla quale si imperniava una storia che univa canzoni, danza e teatro. Nel 1980 Mario Merola ebbe l’intuizione di far rivivere il genere, facendo del brano “Zappatore” e della omonima sceneggiata il suo cavallo di battaglia, e traendone anche un film di successo. L’incontro con l’artista simbolo della sceneggiata spinse Nasti ad approfondire il repertorio classico napoletano, adatto ad esprimere la sua voce ariosa e potente. L’anno dopo, nel 1983, fece la sua prima esperienza cinematografica in “Guapparia” a fianco di Mario Merola e Ida di Benedetto. Guapparia, canzone del 1914 di Libero Bovio musicata da Rodolfo Falvo, è la storia di un guappo che per amore della donna che lo respinge, Margherita, si è umiliato perdendo il suo onore di uomo malavitoso, e rappresenta il prototipo della “canzone di giacca”, cioè della canzone che ha per protagonista un guappo, detta così perché questo personaggio vestiva sempre “in giacca”, con una tipica ricercatezza un po’ “pacchiana”. Nell’anno del debutto al cinema, il 1982, Nasti fu notato dai dirigenti RAI che lo vollero ospite a “Speciale Domenica in” in onda su RAI 1, condotto da Franco Solfiti con la regia di Luigi Bonori,  e a “Sereno Variabile” in onda su RAI 2, condotto da Osvaldo Bevilacqua e la “fatina” Maria Giovanna Elmi. Nel 1983 e 1986 partecipò poi allo spettacolo televisivo su RAI 1 “Napoli prima e dopo” a cura di Pino Moris. Da allora l’artista si è diviso tra teatro e tv. Nel 1990 è tornato alla ribalta del teatro, con il ruolo di voce solista, ne “Il paese di cuccagna” di Matilde Serao, con Aldo Giuffrè e Sebastiano Somma, musiche di Giancarlo Chiaramello; l’anno successivo fu la volta di “Medea di Portamedina” con Lina Sastri per la regia di Armando Pugliese. Tre poi i lavori rilevanti cui ha preso parte per la regia di Gigi Savoia: “Re minore” (1998), “Elvira Donnarumma” (2000) con Antonella Morea e “C’eravamo tanto amati” (2005). Ma contemporaneamente ha partecipato a numerose trasmissioni televisive, quali “Mezzo secolo di canzoni” di Ippolito, che è stato rappresentato anche in teatro per la regia di Romolo Siena dal 1992 al 1995. E ha fatto anche incursioni in fiction e soap come “La squadra” e “Un posto al sole”. Dal 2003 al 2007 è stato ospite fisso nel cast di “Piazzetta Merola” in onda su tele A+, dove il grande Merola lo definiva il “cantante confidenziale” della sua piazzetta. Finalmente, dopo tante esperienze nel 2004 si è sentito pronto per varare un recital teatrale tutto suo di canzoni classiche italiane e napoletane, “Tango del mare”, con l’attore Tommaso Bianco, esperienza che gli ha dato grandissime soddisfazioni. Nella stagione 2009/10 è stato impegnato nella compagnia teatrale di Gloriana con lo spettacolo “Angelarosa Schiavone”, e nel 2014 ha preso parte allo spettacolo “Festa di Montevergine” per la regia di Lara Sansone. Nel biennio 2009/2010 ha preso parte al Tour Estivo con Franco Cipriani e nel periodo 2011/2017 al Tour Estivo “Rose Rosse per te…”. Contemporaneamente al teatro e alla tv, ha continuato a pubblicare album dalle raffinate atmosfere melodiche, collaborando con i maestri Giacomo Simonelli, Nuccio Tortora, Gigi D’alessio, Tony Iglio, Vincenzo Campagnoli. L’ultimo disco, dal titolo “O mare”, arrangiato dai maestri Tano ed Enzo Campagnoli, settimo album della sua carriera, gli sta dando tante soddisfazioni. Il disco contiene 18 brani, di cui 8 classici napoletani, da Maria Marì a Scetate, da Uocchie c’arraggiunate a Na sera e maggio, e 6 brani inediti uno dei quali è ‘O mare che dà il titolo all’ album, e poi 4 brani in italiano omaggiando Pino Daniele con Terra mia, Sergio Endrigo con Io che amo solo te, Charles Aznavour con E io tra di voi e Austin Forte con Io t’ho incontrata a Napoli.

Concludo questo breve articolo invitandovi a seguire il mio amico Luca Nasti sui suoi profili facebook e sul canale youtube, per un viaggio senza confini nell’essenza della napoletanità, straordinario territorio di arte e cultura di cui Luca sa essere luminosa espressione.

Carlo Alfaro

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Carlo Alfaro

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