SORRENTO: RITO DELLA VESTIZIONE NELL’ARCICONFRATERNITA DEL SS. ROSARIO

SORRENTO: RITO DELLA VESTIZIONE NELL’ARCICONFRATERNITA DEL SS. ROSARIO

SORRENTO: RITO DELLA VESTIZIONE NELL’ARCICONFRATERNITA DEL SS. ROSARIO

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Gli antichi riti sacri, come le emozioni, malgrado il passare dei secoli, continuano a scandire il tempo per i confratelli dell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario di Sorrento, presieduta dal Priore Carlo Incoronato.

Nella splendida chiesa dedicata ai Santi Felice e Bacolo, ieri, 31 maggio, festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, come con la chiarezza di sempre ha spiegato  don Carmine Giudici, padre spirituale dell’Arciconfraternita e parroco della Cattedrale di Sorrento, sei nuovi confratelli sono entrati a far parte dell’antico Sodalizio.

Il rito della “vestizione”, quell’antico, che si tramanda di padre in figlio secondo le tradizioni di quella cultura religiosa della penisola sorrentina che ha origine dal passaggio dell’apostolo Pietro diretto a Roma (sbarcò al fiordo di Crapolla per evitare la flotta romana, di stanza a Baia, a guardia delle “bocche di Capri”), eseguito dal Priore, accompagnato dal I° Assistente Carmine Montefusco, dal III° Assistente Antonino Scarpato,dal tesoriere Pietro Gargiulo, da Giuseppe Lotito, Antonino Montefusco, Carlo e Francesco De martino, dai giovanissimi Gaetano e Luigi. Ad ognuno dei nuovi entrati è stato consegnato e fatto indossare l’Abito confraternale costituito dal camice, dalla pazienza, dallo scapolare, dalla cintura con corona dela Santo Rosario, ed il medaglione di appartenenza.

. Don Francesco Saverio Casa,  rettore della Chiesa di San Paolo,da anni quotidianmente vicino alla vita della Congrega, ha fatto risuonare le note dell’antico organo a canne della Chiesa del Rosario, con la melodia dell’Inno alla Madonna del Rosario da lui composto.
“Momenti come quelli di oggi ci danno la forza nel proseguire quel mirabile disegno che i nostri confratelli fondatori iniziarono a Sorrento nei primi anni del ‘600, presso l’antico convento domenicano di San Vincenzo –afferma il priore Carlo Incoronato  – rinnovare la nostra presenza all’interno della Chiesa significa che mai abbiamo lasciato la strada della carità fraterna e della preghiera.
L’abito confraternale – prosegue il priore –  sarà indossato dai nuovi confratelli nella piena consapevolezza che lo stesso è un grande segno di appartenenza alla Chiesa e all’Arciconfraternita; esso rappresenta  un segno distintivo, rispetto agli altri fedeli, in quanto ogni confratello è direttamente responsabile di un servizio attivo  di carità e di amore per i più bisognosi”.
Dichiara ancora il priore: “È un onore e un privilegio la vestizione di questi nostri fratelli, stimati professionisti sorrentini, Antonino Schisano, Catello Di Somma, Gaetano Milone, Giovanni Fiorentino, Luigi Rocco e Michele Merolla. La loro presenza significa molto per noi perché testimonia lo stato di salute del Sodalizio e del mondo confraternale. Se ci sono nuovi confratelli significa che stiamo seminando bene, abbiamo dato una buona immagine di noi e un buon esempio, riscuotendo fiducia”.  (L’intervista al Priore è di Giuseppe Lotito, le foto di Antonino Fattorusso).

Gaetano Milone

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