SORRENTO – VERSO I RITI DEL VENERDÌ SANTO, BATTENTI DI MINORI IN “PELLEGRINAGGIO” DI FRATERNITÀ A SORRENTO PER CANTARE L’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA

SORRENTO – VERSO I RITI DEL VENERDÌ SANTO, BATTENTI DI MINORI IN “PELLEGRINAGGIO” DI FRATERNITÀ A SORRENTO PER CANTARE L’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA

SORRENTO – VERSO I RITI DEL VENERDÌ SANTO, BATTENTI DI MINORI IN “PELLEGRINAGGIO” DI FRATERNITÀ A SORRENTO PER CANTARE L’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA

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SORRENTO 18 MARZO 2018 – I battenti di Minori in “pellegrinaggio” di fraternità a Sorrento per cantare l’immortalità dell’anima, ospiti dell’Arciconfraternita del SS: Rosario – chiesa dei Santi Felice e Bacolo.

Due tonalità e una flebilità di canto che parlano al mondo dell’immortalità dell’anima. Sono i canti dei battenti di Minori, una delle più antiche tradizioni extraliturgiche della Costa d’Amalfi e per la cui tutela, nel 2010, prestò la sua opera intellettuale il grande musicologo Roberto De Simone.

Una tradizione antichissima, su cui recentemente il Conservatorio Martucci di Salerno ha è prestato la propria attenzione, che rappresenta un unicum nel panorama religioso campano.

E un’anticipazione di quelli che saranno i riti della settimana santa a Minori la si è avuta ieri sera (domenica 18 marzo) nella Chiesa del Santo Rosario a Sorrento.

In occasione del concerto «Un canto tra i due mari. I battenti latori d’amore» nel corso del quale il coro dei Battenti della Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Minori ha eseguito i canti della settimana santa, catalogati come bene demo-etno-antropologico immateriale presso il ministero dei Beni e delle attività culturali.

L’appuntamento, promosso dall’Arciconfraternita del Santo Rosario, è stato un autentico tributo alla forza della fede e della tradizione (era presente tra gli altri don Giulio Caldiero che fu parroco per anni di Minori) che si rinnova ogni anno a Minori con i riti della Settimana Santa.

Uno dei momenti più suggestivi da scoprire nella meravigliosa cornice di questo borgo costiero, in una perfetta sintesi tra liturgia ufficiale e pietà popolare.

Chi sono i Battenti e cosa cantano

I Battenti, i peccatori incappucciati, vestiti di bianco e cinti da una corda di canapa, daranno inizio tra qualche giorno ai riti della passione e morte di Cristo.

A partire dalla sera del Giovedì Santo, dopo della santa messa in Coena Domini, intoneranno il loro intenso canto, diviso per i differenti toni, detti “e vascie” (di sotto) e “e ncoppe” (di sopra), una definizione che nasce dalla presenza di due confraternite anticamente attive sul territorio, la prima ubicata in pianura, l’altra nella zona collinare del paese.

La processione penitenziale del giovedì si svolge lungo le vie cittadini per concludersi, poi, in tarda serata nella Basilica di Santa Trofimena. I peccatori incappucciati, sfileranno poi alle le prime luci dell’alba del Venerdì Santo.

Intorno alle cinque del mattino i Battenti raggiungeranno con il loro canto anche le frazioni più lontane dal centro cittadino, per poi tornare in Basilica intorno mezzogiorno per intonare l’ultima penitenziale.

Si tratta di una delle tradizioni più antiche di tutta la Costiera Amalfitana, quella del canto dei Battenti.

Una consuetudine che nasce dall’incontro tra religione cristiana e riti pagani e che si tramanda sin dal lontano XIV secolo grazie all’Arciconfraternita del SS. Sacramento che ne è la custode, trovando la sua massima espressione nella Processione del Venerdì Santo.

Ed è questo forse, il momento culminante di tutta la Settimana Santa di Minori, quando tutte le luci si spengono e le strade e i vicoli di Minori vengono illuminate dalla sola luce di fiaccole e lumini. Nella calda penombra che si spinge fino al mare, il paese intero si prepara a rivivere la Passione di Cristo, in un’atmosfera unica, avvolta dal mistero di questo antico rito.

Il libro del Conservatorio Martucci

E’ anche grazie agli studi etno-musicali e antropologici, oltre che all’impegno degli organi direttivi dell’Arciconfraternita, che il 30 marzo 2010 il Canto dei Battenti è stato dichiarato Patrimonio Storico Culturale della Città, oltre che “Bene Demoetnoantropologico Immateriale” dal Mibac, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Una tradizione su cui, come accennato in precedenza, ha focalizzato la propria attenzione il Conservatorio Martucci di Salerno che ha patrocinato la ricerca contenuta nel volume «Sul Golgata a spirar» (squiLibri), curato dai docenti Pasquale Scialò e Francesca Seller.

Due cd, 43 canti, allegati al volume, testimoniano la componente verbale, ora stabilizzata e appresa attraverso la codificazione in un libretto e quella musicale appresa “a orecchio”. Una tradizione quella dei canti dei battenti che fu studiata non solo dal musicologo Roberto De Simone ma che per la sua straordinaria suggestione fu scelta anche per la seconda serie della fiction di Gomorra.

Redazione

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