SORRENTO: L’ARCICONFRATERNITA DEL SS. ROSARIO TORNA A FAR VISITA AGLI ALTARI DELLA REPOSIZIONE

SORRENTO: L’ARCICONFRATERNITA DEL SS. ROSARIO TORNA A FAR VISITA AGLI ALTARI DELLA REPOSIZIONE

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Dopo una sosta “forzata” di questi due anni faticosi, la
Venerabile Arciconfraternita del SS Rosario di cui mi
onoro esserne il Priore, è pronta a rinnovare la tradizione
uscendo processionalmente dalla Chiesa dei SS. Felice e
Bacolo, nel centro storico della città, per far visita agli
Altari delle chiese della Parrocchia.
I confratelli assaccati trasformano ciò che sarebbe
essenzialmente un’esperienza di pietà religiosa indivi-
duale, in un’esperienza collettiva elevando così l’impatto
emozionale, insieme alle suggestioni che ne seguono, di
tale esperienza: da un piano personale si giunge al piano
corale della totale comunità di fedeli.
La Processione del Giovedì Santo in Visita agli Altari
della Reposizione (comunemente ed anticamente chia-
mati “Sepolcri”), è una antica consuetudine del primo
giorno del Triduo pasquale. Dopo la messa in Coena
Domini ci si reca, in processione, a far visita e a pregare
Gesù Sacramentato, reposto in altari solennemente
addobbati con composizione floreali e piante di grano, le
quali simboleggiano il passaggio dalle tenebre della
morte alla luce della Resurrezione di Gesù.
Il rito fu introdotto da San Filippo Neri, promotore di un
pellegrinaggio alle sette Basiliche romane. Qui a Sorrento,
come in altri centri del meridione, questa tradizione
rimane intatta, sentita e radicata. Lo storico Manfredi
Fasulo in una sua pubblicazione del 1906, scrive: “il Gio-
vedì Santo tradizionalmente, si fa visita ai Sepolcri,
formati da tappeti di fiori e da vasi di grano.”
Possa essere per tutti noi, dal primo all’ultimo parteci-
pante, un cammino che porti ad un nuovo inizio e ad uno
spirito rinnovato. Sia non un semplice “sfilare”, ma un
R I F L E T T I A M O
Attualità dei Riti: vivere nello sguardo, vivere guardando.
Il Rito cos’è? È vivere nello sguardo. Si vive guardando, si
pensa guardando. Questo tipo di preghiera è contemplazione.
Quasi nessuno legge. Tutti vivono nello sguardo, tutti protesi
a contemplare. Allora mi diviene chiaro qual ‘è il fondamento
di una vera pietà liturgica: la capacità di cogliere il “santo”
nell’immagine. La cosa più bella è il popolo che accoglie il
sacro dalla forma e dall’evento, contemplando ciò che viene
colto dall’occhio sensibile.
La Rappresentazione di un Rito è presentare un modo di
vedere con gli occhi del corpo e con gli occhi del pensiero.
Perché la vita cerca la forma, ed ecco la forma rituale. Una
forma dell’esistenza, un concreto vivente in cui l’uomo ricono-
sce sé stesso e diventa umano, perché ha Dio come centro di
attrazione. Per questo i Riti non conoscono battute di arresto.
provvidenziale momento per poter meditare e pregare
insieme, momento vero di penitenza e di amore. Soprat-
tutto di viva fede e fraternità.
Buon Giovedì Santo, e Buon cammino!
Il Priore
Carlo Incoronato
Il Padre Spirituale
Don Carmine Giudici
Il Rettore della Chiesa di San Paolo
Don Francesco Saverio Casa

Gaetano Milone

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